giovedì 1 settembre 2011

L'uscita dimezzata

Racconto di un viaggio inizialmente pensato per varcare gli Appennini lungo la Val Trebbia raggiungere Chiavari, ma poi le cose sono andate un pò diversamente....

Venerdì 01.08.07. Partenza da casa, un paese in provincia di Pavia, alle ore 13.00 spaccate, astutissima mossa per partire sotto un sole carogna. Devo essere a Bobbio in tempo utile per l'accettazione in campeggio, prima della chiusura della direzione. Ciò aggiunge un pizzico di ansia alla già rocambolesca iniziativa.
Molto traffico nonostante le stradine di campagna, tutti si affannano a scappare chissà dove per il venerdì. Pedalo con la forza dell'ostinazione, fino al Po è praticamente tutto falsopiano in discesa, ma non credevo di essere così fuori forma. Forse era meglio non partire. Forse era meglio non lavorare stamattina. Forse... Mah. speriamo....
Sulla SS412 della Val Tidone tutti i camionisti, in segno di allegro incitamento per la coraggiosa avventura, mi sfiorano a 100 km/h scodando coi rimorchi. Qualcuno ghigna dallo specchietto retrovisore.
A causa del caldo pezzi di equipaggiamento vengono progressivamente smantellati e riposti: dalla classica configurazione casco-guantini-scarpe mi ritrovo a torso nudo, senza casco & guanti, in sandali. Fortunatamente sono calvo.
Passo attraverso paesini deserti, polvere e cespugli che rotolano, lo Sceriffo mi guarda passare, indolente. In lontananza colonna sonora di Morricone. Una diligenza al galoppo mi taglia la strada. Al trentesimo chilometro sono già al secondo litro d'acqua, ma tutto sommato sto tenendo meglio del previsto. Tra una sosta-acqua ed una pausa-frutta mi ritrovo a Tuna, ove avviene il fattaccio: con il solo conforto di una mappa scaricata da Google, risoluzione 3 pixel per 3, mediante la quale scelgo di evitare la SS45 verso Rivergaro optando per la Provinciale Rivalta-Travo che corre dal lato opposto della valle, non mi avvedo che quest'ultima presenta le seguenti divertenti peculiarità:
- è un saliscendi abbastanza impegnativo nelle mie attuali condizioni di affaticamento;
- c'è un traffico da strada statale, con la larghezza di una provinciale, ed il manto stradale di una carrettiera.
Mi ritrovo così ad arrancare disperatamente a 7 km/h, senza neanche la forza di domandarmi perché lo faccio, se non ci sono altre maniere per affermare la mia presenza al mondo, etc.. Ma l'importante è girare un pedale dopo l'altro, e così faccio.

A Travo attraverso il Trebbia sul ponte e riprendo la SS45, che si rivela una dolce e progressiva salita.
Lassù qualcuno si impietosisce, e manda qualche goccia di pioggia a lenire le fatiche: non troppa però, il giusto. Mi sento meno solo incrociando un altro cicloturista solitario con una 28" con bagagli che mi saluta baldanzoso, anche perché LUI è in discesa. Comunque mi rinfranco e pedalo meglio.
Verso il sessantesimo km riduco il passo, comincio a temere che le gambe mi stiano per lasciare, mi viene sonno. Nonostante la stanchezza so che ne vale la pena, e questo mi basta per andare avanti.
Arrivo a Bobbio alle 19.23, e la soddisfazione prevale sulla stanchezza. All'istante maturo la decisione di fermarmi quì per due giorni e non proseguire per Chiavari: se smette di essere un divertimento, non ne vale la pena. Meglio non fare il passo più lungo della gamba. Sarà per un'altra volta.


PS: sulla via del ritorno Domenica 03.08 incrocio tre ragazzi sulle bici da viaggio con bagagli e tutto quanto, intorno all'una del pomeriggio, dalle parti di Castel S.Giovanni: ancora li ringrazio, col loro saluto mi hanno fatto sentire in compagnia.

E ancora auguro loro ogni migliore cosa ovunque stessero andando.

Nome in codice: ECCHISSENEFREGA

Ciclando per la città può capitare di osservare immagini che cortocircuitano inesorabilmente.

Partiamo dalla mia passione per la biki, e la mia convinzione che Essa sia una delle principali soluzioni per ripristinare un briciolo di vivibilità nelle grandi città, letteralmente stipate di automobili e rese parcheggio a cielo aperto.

Ecco cosa mi tocca vedere un giorno d'estate transitando dalla stazione MM di S.Donato, uno di quei bellissimi manifesti pubblicitari 3x6 mt del nuovo - quanto inutile e semi-ignorato - ingombrante ammasso di metallo e gomma puzzolente di casa Fiat.

Mentre pedali il cervello non si spegne, è talvolta occupato a tenere sott'occhio lo specchietto, un'incrocio, i pedoni, ma non si disattiva MAI. E allora succede che osservi e pensi.

Scatta il cortocircuito, ed eccone gli effetti:

L'insostenibile leggerezza del meteo

Stamattina in ufficio in bici.
Voglio cominciare a provare il comportamento della bici con qualche pezzo di equipaggiamento in più (portapacchi posteriore, accessori manubrio, luci)
Cielo velato all'alba, chiarore a est, gradevole freschino di fine estate.
Ieri le previsioni erano pienamente rassicuranti.
Mi avvio da Pieve che il traffico delle auto sta appena facendo capolino.
Proseguo lungo strade a basso traffico, e noto qualche nube in aumento.
Nonostante la fiacca riesco a mantenere la dignitosa media di 27 all'ora, e la strada non dà problemi, eccetto qualche prevedibile auto in più rispetto alla scorsa settimana.
A S.Donato Milanese ad un semaforo incontro un fratello a pedali, anche lui equipaggiato per benino.

"Plic".

...???...

Dopo qualche minuto "plic-ploc".

...oppoffarbacco...

Mi avvedo che il cielo si è stranamente scurito in modo repentino.

"Tic-toc-tac".

Attacca a piovere, dapprima con leggerezza autunnale, poi con insistenza primaverile, sino a divenire, una volta oltrepassata la Stazione MM, un autentico acquazzone estivo.

Percorro strade già abbondamentente sciacquate, con pozze per ogni dove, e ci metto più attenzione perché ho le gomme veloci "full slick", mi basterebbero 20 cmq di brecciolino per finire a pedalare in orizzontale.

Sul rettilineo finale fanno la loro pirotecnica comparsa lampi, fulmini e saette a fare da colonna sonora alla sfida del secolo "Human vs. Nature".

Giungo in 55 minuti, ma solo per scoprire, una volta al coperto, che il peggio doveva ancora arrivare. In 5 minuti si scatena un nubifragio.

Gongolo (no, non il nano, ma la prima persona singolare del verbo "Gongolare").

Tutto sommato mi è andata bene anche nell'imprevisto.

Adesso non mi rimane che scacciare le trote dalle scarpe, e asciugare il vestiario per il rientro di oggi pomeriggio....