lunedì 21 aprile 2014

NC2C (ovvero i preparativi per la Norway Coast to Coast) - Parte 1

L'idea - in soldoni - sarebbe questa:


traversare la Norvegia da Oslo a Bergen,

passare per l'altipiano centrale,

concedermi una giornata di trekking sul ghiacciaio dell'Hardangerjokulen,


percorrere la celeberrima Rallarvegen,


attraversare in battello il Sognefjord,


raggiungere Forde e invertire la rotta verso sudovest, riattraversare il fiordo e costeggiare il Mare del Nord.


Ecco, più o meno è tutto qui.



Il tutto dovrebbe misurare circa 750-800 km, da percorrere in due settimane, incluse due-tre giornate di stop, nella seconda metà di Agosto.

L'idea è nata non so neppure io come, forse affascinato dai racconti di qualche collega norvegese, gente assai orgogliosa della propria terra. Questa idea, poi, sta fortunatamente incontrando la comprensione di Sonia, che da un distaccato scetticismo adesso sta cominciando a darmi consigli attivi, non senza una certa rassegnazione.
Resta il fatto che, adesso che sto cominciando a elaborare qualche dettaglio, la cosa sta sempre più prendendo l'aspetto di una vera e propria avventura, anche se in uno dei Paesi più civili del mondo. Quindi mi intriga.

E allora parliamone, di questo dettaglio.


L'ITINERARIO

Parte 1


View Oslo-Bergen [Parte 1: Oslo-Flam] in a larger map


All'arrivo a Oslo mi concederei una giornata di visita, soprattutto per testare la bicicletta, fare le prime provviste e assicurarmi che tutto fili bene sin da subito: una volta partito verso nord non conosco punti di riferimento al di fuori delle tappe principali che sto elaborando. Voglio assicurarmi un adeguato margine di autonomia in caso di imprevisti, ivi compreso un ipotetico rientro anticipato.
Partirei per l'ovest, facendo la prima tappa dopo un'ottantina di km a Kongsberg, nota per le miniere di argento e per la zecca reale.
Dopo Kongsberg si tratterebbe fondamentalmente di seguire la Sykkelrute 5 verso nord, lungo un fondovalle inizialmente facile.
Pernotterei in campeggio lungo un lago, per poi proseguire - cominciando a salire - verso Geilo.
Dopo un'altra nottata in campeggio prenderei la già menzionata Rallarvegen, anche nota come Sykkelrute 4.
Il grosso problema sarà resistere alla tentazione di sostare un giorno a Finse, a 1.222 mt di quota, per un trekking al ghiacciaio, come detto prima.
Poi proseguirei - dapprima lungo l'altopiano, poi in ripidissima discesa - sul borgo marinaro di Flam, noto per essere il punto di arrivo del tour dei fiordi in nave da crociera (gente che adoro, insomma).
E qui termina la parte 1 del viaggio (non del post).

Parte 2


View Oslo-Bergen [Parte 2: Flam-Bergen] in a larger map


La seconda metà del viaggio comincia in battello o ferry boat, traversando il Sognefjord da Flam a Balestrand. Una volta dall'altra parte, il bentornato a terra mi sarebbe dato da una scoppiettante sequenza di tornanti che porta a 900 metri di quota, scavallando un valico con visuale spettacolare sulle cime e ghiacciai circostanti. Dopodiché con qualche decina di km di altipiano tra i laghi arriverei a Forde, punto più a nord del viaggio.
Da quel momento piegherei a sud, e in paio di giorni di viaggio ed altrettante traversate di fiordi giungerei a Bergen.
L'idea, comunque da misurare con l'andamento del viaggio, eventuali imprevisti etc., è di trattenermi a Bergen per un solo giorno, e la notte del giorno successivo prendere un treno notturno che in sette ore ritorna a Oslo.
Lì vagherei per una giornata, recuperando gli imballaggi per bici & accessori per il volo di ritorno che avverrebbe il giorno successivo di buon ora (ormai a quel punto dovrebbe essere all'incirca il 2 settembre).

Variante:


View Variante Sognedal-Otta in a larger map


Un'interessantissima variante scoperta negli ultimi giorni, squisitamente montagnosa e da scalatore puro, comincia sempre dal lato sud del Sognefjord, da Flam, e via Aurland prosegue lungo la "Strada della neve" (Aurlandsfjellet). Questa comincia con una dozzina di tornanti e in 47 km di roccia e neve porta Lærdalsøyri. Con 50 minuti di bus si arriva a Sogndal, e da lì ci si inerpica ad est verso l'interno, lungo la Strada Turistica Nazionale del Sognefjellet, nella maestosa cornice del Parco Nazionale del Jotunheimen. La variante, di quattro/cinque giorni, si arrampica fino ai 1442 metri del valico più alto del Nordeuropa, sovrastato dalla cima più alta della Norvegia, il Galdopjggen di 2460 metri, scendendo poi nell'Oppland verso Lom e poi Otta. Qui c'è il treno, che in tre ore riporta a Oslo, verso sud. 
Per molti, ma decisamente non per tutti......
Questo tracciato esclude automaticamente il proseguimento lungo la seconda parte del viaggio pianificato sino ad ora, e ne costituisce di fatto un'alternativa, più che una variante.

LA BICI

La bici è sempre lei: la Cannondale Badboy 26" che mi ha già accompagnato nella Transardinia NorthEast 2011 e nel CorsicaTour 2012. Telaio in alluminio, pesa poco più di una decina di kg, geometria marcatamente slope. Grazie alle amorevoli cure dei ragazzi della Stazione delle Biciclette, dall'ultimo viaggio l'ho adattata un pò alle mie esigenze di pendolare quotidiano a pedali, facendo montare una piega da strada Ritchey WTC, comandi integrati Shimano Claris 3x8, attacco Cinelli Ant, seatpost Cannondale C2 con arretramento nullo e freni a disco Avid BB7 Road con dischi da 160. Ignoro se la postura "stradale" si addica anche al viaggio, staremo a vedere.

Il telaio della Badboy, essendo ibrido, può montare anche ruote da 700, anche note come 28", purchè con copertura sottile. Per la Norvegia ho invece deciso di tenere le ruote da 26" con la già collaudata copertura grassa Hutchinson Toro. Mi sto infatti preparando per condizioni meteo tipiche della zona, con pioggia e - stando ai consigli fornitimi da altri viaggiatori - anche neve leggera sulle alture, alcune delle quali percorribili solo in sterrato.

Anche per questo viaggio scelgo l'assetto con doppio portapacchi anteriore e posteriore, precedentemente sperimentato con soddisfazione perchè abbassa notevolmente il baricentro del mezzo, aumentandone la stabilità. A tale riguardo ho provveduto a procurarmi da un fornitore tedesco un nuovo portapacchi posteriore Tubus Logo Evo, in sostituzione del precedente no brand, ancora robusto e validissimo ma di portata limitata a soli 25 kg.

L'EQUIPAGGIAMENTO E GLI ACCESSORI

Abbigliamento

Beh, trattandosi della Scandinavia non mi attendo di certo il solleone di Catania. Anche se, a dire il vero, ho tenuto d'occhio il clima lo scorso Agosto e nella seconda metà del mese ci fu un tempo spettacolare (ma ho già ricevuto ampi avvertimenti dai colleghi norvegesi di non farne una statistica, in quanto evento eccezionale anche per loro).

Quello che si trova in rete circa il clima in Agosto, comunque, è questo:

Oslo:





Bergen:



























Per finire, Finse, la località più in quota toccata dall'itinerario (1222 mt.), nel bel mezzo dell'altipiano e dirimpetto al ghiacciaio:

























Come si vede Agosto è ovunque il mese più piovoso.

Quindi abbigliamento sia caldo che fresco, sia leggero che - soprattutto - impermeabile.

Preparare le borse sarà praticamente un mistero avvolto in un enigma.

Per non farmi sorprendere ho comunque provveduto a procurarmi una giacca antivento in Stratermic e un paio di braghe da trekking in tessuto tecnico. Altri capi di vestiario tecnici per la bici e/o da escursione già ne ho, sufficientemente leggeri da portarmeli praticamente tutti.
Per le calzature sono indeciso se portare solo quelle da ciclismo, sia estive che invernali, in modo da sfruttare i pedali automatici, oppure stare sul semplice e coi pedali normali usare solo comuni scarponcini da trekking leggero, utili anche nel caso di escursione al ghiacciaio.
Punti fissi saranno copricapi, collari in pile e guanti: la variabilità del tempo è tale da necessitare la massima attenzione.

Dormire:

Da buon membro dell'Associazione Italiana Il Cicloviaggiatore, quindi fedele all'Art. 2 del suo statuto, propendo per la totale autonomia, quindi per il campeggio. E la Norvegia è il paradiso del viandante campeggiatore, in quanto tra le leggi locali vige il cosiddetto "diritto di pubblico accesso", ovvero il diritto ad accamparsi ovunque purchè ad almeno 150 metri dalle abitazioni o, in ogni caso, col consenso del proprietario del terreno.
Questo mi dà l'ulteriore possibilità di risparmiare parecchi quattrini sulle spese per i campeggi, però a patto che non piova (è sempre una vacanza, non una tappa dell'Ironman). In tal caso una possibilità la dànno le "hytta", ovvero le cabine/bungalow in legno sparse un pò ovunque, magari prive di servizi (nei campeggi userei quelli in comune). Ce ne sono di private, che addirittura forniscono cibo: tu arrivi, ti servi da solo, un apposito listino a disposizione ti dice quanto devi, lasci il denaro in una cassettina, ti chiudi la porta alle spalle e te ne vai. Il proprietario, con comodo, passerà a riassettare l'alloggio e ritirare la cassettina, prima o poi.

Per accamparmi temo che la mia vecchia tendina igloo monotelo due posti da supermercato francese non possa reggere in condizioni scandinave.
Pensavo quindi a questa:

CAMP Minima 2

Doppio telo, superleggera e compatta. Da qualche paragone fatto mi pare il migliore compromesso tra prestazioni e prezzo. La sto tenendo d'occhio su eBay da mesi, ormai. Mi sa che tra poco la prendo e basta.

Oppure a questa:

COLEMAN ARAVIS 2

Il telo esterno è un pò più resistente all'acqua (4000 mm), per contro pesa anche un pò di più.

Bisognerà che mi decida.....

[AGGIORNAMENTO DEL 23.05.2014:

Approfondendo la questione della tenda da campeggio "due persone-tre stagioni", alla fine ho trovato il miglior compromesso nella Vaude Hogan Ultralight 2P: è quella che mi permette il miglior rapporto tra resistenza alle intemperie, facilità di montaggio, peso e ingombro.
Una volta acquistata e montata in salotto, fa la sua porchissima figura: dentro è spaziosa, una volta imbroccate quelle due-tre manovre chiave il montaggio fila via liscio, ma soprattutto i due teli di cui è composta sono così sottili e al contempo resistenti da poter essere comunque riavvolti e reinfilati nella sacca senza bisogno di linee di piegatura obbligate.
Ho anche comperato il materassino gonfiabile ultraleggero della Decathlon Forclaz Air. Dovrebbe consentirmi di ridurre l'ingombro del bagaglio, oltrechè di dormire più morbido del precedente materassino arrotolabile in espanso. Tutto sta a non collassare mentre lo gonfio a fiato, al termine della giornata sui pedali. Dovrei procurarmi un adattatore per la pompa della bicicletta......]

Mangiare

Stando alle guide in Norvegia non puoi - neppure volendo - morire di fame. Sembrerebbe infatti che le stazioni di servizio siano superattrezzate per ogni bisogno, dalla tavola calda al minimarket. Io, poi, attraverserei anche qualche località utile per i rifornimenti, e a parte il cibo da comprare già fatto sceglierei ciò che posso portarmi via per scaldarmelo con più comodo per i fatti miei (leggi: cibi pronti e inscatolati). Quindi, a parte il lutefisk e i prezzi notoriamente folli, la disponibilità di cibo non dovrebbe essere un problema.

Per le esigenze di cucina, informandomi a dovere ho appreso quanto segue:

  • in aereo non posso trasportare le cartucce a gas che mi occorrono per il mio fornellino da campeggio;
  • quelle disponibili per la vendita in tutta la Scandinavia sono di uno standard successivo, che assicura un livello di sicurezza maggiore: sono infatti le cartucce con valvola autosigillante (praticamente identica alla valvola delle bombolette spray), che chiude l'efflusso di gas qualora si dovesse staccare il bruciatore. Il mio attuale fornellino, di uno standard più arretrato (cartucce a perforazione), è quindi inutilizzabile. L'enorme vantaggio che tale sistema regala è la possibilità di smontare il fornello e riporlo ogni volta nelle sacche separato dalla cartuccia, con notevole ottimizzazione di spazio.
Non mi resta quindi che acquistare un fornellino nuovo prima della partenza, e approvvigionarmi di cartucce di gas una volta in Norvegia. La scelta è caduta sul Campingaz Twister Plus Piezo, con accensione piezoelettrica facilitata in caso di vento.

Il set di tegami in alluminio, tazzona per colazione, posate e accessori vari è lo stesso. Confermo inoltre di volermi portare dall'Italia anche la solita mini-moka da due con scorta di caffè macinato, per i momenti meditabondi.


Non escludo di acquistare una licenza turistica di pesca, necessaria per le acque interne, e magari cimentarmi con la cucina campale del salmone fresco.

Navigazione

Per la navigazione mi affiderò al collaudatissimo Garmin GPSMAP 60 CSx, sul quale installerò le mappe opensource Velomap già sperimentate con successo in Corsica.

Ovviamente avrò con me anche una mappa cartacea Michelin 1:250.000.

Per non farmi mancare proprio nulla ho trovato un'app per lo smartphone con le mappe topografiche della Norvegia: l'unico espediente per evitare di connettermi in caso di bisogno sarà scaricarle in modalità off-line.

Da quello che posso avere capito studiando le mappe la navigazione, comunque, sarà impegnativa solamente uscendo da Oslo, e una volta raggiunta Kongsberg il percorso è obbligato lungo i fondovalle verso nord. Data la notoria scarsità di strade della Norvegia, deve essere davvero difficile perdersi.

[FINE PARTE 1 - CONTINUA ALLA PARTE 2 CON GLI ACCESSORI]