E tutto ad un tratto ti ritrovi immerso in un tripudio sensoriale.
E' da un paio di settimane che, per ragioni varie, non usi la bici per andare a lavoro. Ciò fa sì che dall'ultima volta siano cambiate un pò di cose.
Ad esempio, quando esci il mattino per andare a lavoro la luce è tornata crepuscolare, perchè è tornata l'ora legale.
E poi l'aria. In Pianura Padana non si può certo affermare - a pena di arrossire - che si possa uscire a prendere una boccata d'ossigeno; però il tuo sesto senso di ragno lo percepisce con il naso che l'aria ha un profumo diverso (e non è l'autocarro che ti precede).
Le narici ti si riempiono anche delle note olfattive, più prosaiche, del concime sui campi: ma ci sei abituato, e il tutto contribuisce al tuo buonumore.
I suoni: avverti nettamente un mormorìo vitale ai bordi delle strade, fatto di fruscii, squittii, cinguettii e pigolii vari. La cappa di silenzio invernale si è sciolta, e riecco il familiare brulichìo.
Addirittura il solito traffico dei veicoli ti pare minore, più ovattato (ma sempre letale). Non dico addirittura simpatico, ma un pò più innocuo, quasi discreto.
La luce: più diretta, ma non ancora calda a causa di questa primavera ancora venata di inverno. Al pomeriggio, tornando a casa, inforchi nuovamente gli occhiali da sole, riposti per mesi in un cassetto.
Il tuo vestiario è più leggero, ti senti più libero, bello e tonico , e quasi quasi ti pare di andare più veloce.
Noti i fiorellini azzurri, le prime margherite, qualche tarassaco giallo bordare le stradine e i vialetti di campagna che attraversi in preda al deliquio. Magari ti fermi pure (in bici te lo puoi permettere), per coglierne un paio da regalare a tua moglie.
Finalmente arrivi a casa che c'è ancora luce, ti godi la tua intima soddisfazione sensoriale.
Del fatto che il tragitto di ritorno lo hai fatto interamente sotto un'acqua della miseria, chissenefrega. E' primavera anche quella, e lo senti che è diversa dagli scrosci gelati che hai sopportato stoicamente per tutto l'inverno.
Una doccia, un cambio, e la pioggia te la togli di dosso.
Ma la gioia dei tuoi sensi e il buonumore della bici, quelli no.
Quelli rimangono.