La vita del ciclista, si sa, è complicata.
Esposto alle bizzarrìe del clima, vulnerabile alle intemperanze degli automobilisti, si muove in equilibrio dinamico sul suo trabiccolo bi-ruotato a pedali, con troppe cose da cui difendersi e solo due occhi.
E' pertanto ammirevole che vi siano persone che aspirino a mettersi (magari all'inizio inconsapevolmente) sul sellino, e magari ad acquistare una nuova bici sulla spinta della lodevole intenzione.
La scelta del mezzo giusto è una cosa che va pensata bene. Un opuscolo dedicato al tema reperibile in rete giustamente dice "compreresti mai un paio di scarpe strette?". Risulta quindi decisivo, per chi non ha dimestichezza, il consiglio di un esperto.
Ora, chi andrebbe mail a comprare un paio di scarpe dal panettiere?
Oppure un vestito dal fruttivendolo?
Bene, la risposta (retorica) alla domanda (altrettanto retorica quindi inutile) si riferisce alle bici vendute al supermercato: oggetti scadenti, realizzati con materiali scadenti, dai quali guardarsi bene.
Va bene, mica bisogna essere tutti Ryder Hesjedal, però dalla scelta della bici ne va delle seguenti insignificanti quisquilie:
- la sicurezza del ciclista e di chi gli capita attorno
- la salute del ciclista (in bici ci si può fare mooooolto male anche solo con una postura errata, oppure uno sforzo eccessivo sui pedali, proprio chi in bici ci va occasionalmente)
Un paio di riflessioni sparse su questi ultimi due punti:
- chi è a conoscenza che anche le bici hanno le taglie? Non abbiamo tutti le stesse misure corporee, altezza delle gambe, statura, lunghezza delle braccia, etc.. La scelta nei supermercati è invece tra "bici da adulto", "da donna", "da ragazzo", "da bambino". Stop;
- chi è a conoscenza del fatto che i freni delle bici "da supermercato", essendo fatti in resina plastica, nel corso di una comune escursione domenicale tardo-primaverile o estiva un pò prolungata (quindi esposti al sole), tendono a flettere? E se flettono che fine fa la frenata?
- chi sa come manutenere una bicicletta? e se i materiali si degradano facilmente, chi sa riconoscere i segni di una degradazione potenzialmente pericolosa per la sicurezza?
Dati tutti questi fattori che già da soli dicono quanto la scelta di una bicicletta non sia una questione da da sottovalutare, mi pare scandalosa la scena alla quale ho assistito qualche giorno fa:
- grande ipermercato, un comune sabato mattina;
- classica offertona primaverile di biciclette a meno di cento euro l'una;
- famigliola che si informa per acquisto bici per la signora mamma e moglie;
- l'"esperto" del punto vendita che cerca di indovinare le esigenze della cliente;
- arrivati alla domandona su come si utilizza il cambio, l'"esperto" (evidentemente nominato sul campo per l'acclarata competenza ciclistica) spende il seguente argomento: "signora, ma se Lei preferisce può anche lasciare il cambio sempre fisso sulla stessa velocità".
Ora, anche un bimbo mediamente smaliziato sa che in una bici il cambio, se c'é, vuol dire che serve a qualcosa. E quel qualcosa significa risparmio di energie, meno fatica, continuo adattamento della bici alle esigenze del ciclista e alle condizioni della strada. Sono concetti, se vogliamo, anche evoluti e sofisticati, resi semplici con il click del cambio della bicicletta dopo un'evoluzione durata decenni.
Che l'impagabile risultato di una tale evoluzione sia oggigiorno affidata alla pigrizia di un commesso sciatto e incompetente, sarebbe da lamentela alla Direzione del Centro Commerciale, oppure da istituzione del reato cha dà il titolo a questo post.
Stiamo retrocedendo sulla strada dell'umano progresso, e la facciamo passare per una cosa normale.
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