IL TRASPORTO
Il trasporto di una bicicletta in un volo internazionale merita un post a sé stante....
In questo post riassumo tutte le idee che mi sono venute sul da farsi, più quelle che ho tratto direttamente dai blog di altri ciclopedi, uno su tutti Alberto Pepe e la sezione del suo blog in cui racconta il viaggio lungo la Ruta 40, in Argentina.
Innanzizutto, ho imparato che far viaggiare la "specialissima" in aereo è cosa delicata, perché c'é uno spessissimo muro di paletti da affrontare, posti dalle compagnie aeree:. la bici deve essere infatti imballata senza legacci, maniglie, etc..
La bici deve essere poi imbarcata con le ruote sgonfie, per evitare che la differenza di pressione una volta raggiunta la quota di crociera le faccia scoppiare.
[NOTA SACCENTE ET PEDANTE: questa norma ultimamente è stata contestata e messa in discussione in parecchi blog di cicloviaggi, argomentando che le stive degli aeroplani in servizio commerciale sono pressurizzate, e pertanto non è necessario sgonfiare le ruote. Da specialista del settore posso dire che ciò è vero, la stiva è sì pressurizzata, però limitatamente ai parametri necessari alla respirazione umana. Infatti, il sistema di pressurizzazione ambientale della cabina passeggeri e della stiva riproduce e mantiene costante le condizioni equivalenti ad una quota che può arrivare anche a 2.100 mt, anche se l'aeromobile vola ancora più in alto (la cosiddetta "quota cabina"). Ora, se pensiamo a uno pneumatico sottoposto a un tale sbalzo di pressione 0-2.100 mt in pochi minuti, percepiamo chiaramente quanto sia non solo possibile, ma anche probabile che questo ceda e scoppi in volo. E siccome la Legge di Murphy nasce in ambito aeronautico ed è sempre in agguato, in tale ambiente si tende sempre - mediante l'adozione di opportune misure tecnice, organizzative e procedurali - a porsi "on the safe side of life"].
Poi, per definizione, una bici appartiene alla categoria degli "articoli sportivi" da selezionare all'atto dell'acquisto del biglietto (NON, e dico NON è un bagaglio normale, PERCARITADIDDIO!!!), con relativo supplemento, e va imbarcata al banco dei "bulky luggage".
La consegna di questi ultimi, infine, rispetta tempistiche e viene gestita in modo differente dai normali bagagli, per cui potrebbe essere possibile che a fronte di un certo orario di partenza "x", la consegna dei bagagli ingombranti venga tassativamente richiesta a "x-2 ore", o anche più a seconda della società di gestione dell'aeroporto....
Il principale terrore che attanaglia il cicloviaggiatore è quindi quello di riaprire l'imballaggio all'arrivo e vedere la propria cavalcatura tutta storta, deformata, graffiata, vilipesa e insultata dai bifolchi addetti al ground handling.
Infine, rimane sempre il problema di dove lasciare l'imballaggio mentre si è a zonzo sui pedali. Problema particolarmente sentito in caso di viaggi monodirezionali punto-punto e non ad anello.
Quindi roba tosta, imbarcare una bici.
Infine, rimane sempre il problema di dove lasciare l'imballaggio mentre si è a zonzo sui pedali. Problema particolarmente sentito in caso di viaggi monodirezionali punto-punto e non ad anello.
Quindi roba tosta, imbarcare una bici.
Tra le fortune della mia esistenza c'é quella di avere una donna come Sonia al mio fianco, che dopo le passate contrarietà e maldipancia vari, questa volta ha attivamente contribuito alla preparazione del viaggio regalandomi la borsa portabici della Decathlon:
OK, non è specifica per il trasporto in aereo (e quanto quelli della Decathlon ci tengono a precisarlo!!!), ma con due-tre accorgimenti di quelli giusti si può fare....
Tutto ciò premesso, le idee che ho raccolto, digerito, rielaborato e riproposto per minimizzare rischi e pericoli le ho compendiate nelle seguenti istruzioni:
Si comincia dal MATERIALE
OCCORRENTE (N = DA PORTARE IN NORVEGIA):
- SACCA PORTABICI (N)
- FORBICI DA ELETTRICISTA (N)
- FASCETTE IN QUANTITA’ SUFFICIENTE (N)
- NASTRO DI CARTA DA VERNICIATORE (N)
- 2x FOGLI CARTONE GRANDEZZA RUOTA (N)
- MOZZI DI RECUPERO DELLA GIUSTA MISURA (N), DI QUELLI CHE I NEGOZI DI CICLISMO BUTTANO DOPO AVERLI SOSTITUITI
- SACCHETTO GELO MEDIO (N)
- TRATTO DI TUBO PER IRRIGAZIONE (N)
- PLURIBALL O PELLICOLA DI POLIURETANO PER MOBILI
- ETICHETTE
- PENNARELLO INDELEBILE
- METTERE LA BICI AL SUOLO (PER EVITARE CHE ALLA OPERAZIONE NR. 3 LA FORCELLA VADA IN VACCA PRIMA ANCORA CHE VENGA IL BELLO)
- MONTARE TUTTI I SUPPORTI AL MANUBRIO OCCORRENTI PER BORSELLO, GPS, ETC.
- CONTARE IL NUMERO DI FASCETTE UTILIZZATE E SEGNARNE/FOTOGRAFARNE LA POSIZIONE PER POTER REIMBALLARE VELOCEMENTE LA BICI IN PARTENZA DALLA NORVEGIA
- IDENTIFICARE TUTTI GLI ATTREZZI NECESSARI (EXTRA TOOL KIT), E PORTARSELI DIETRO PER IL RIMONTAGGIO E SUCCESSIVO RI-SMONTAGGIO
- ETICHETTARE CIASCUN TRATTO DI POLIURETANO O PLURIBALL USATO PER CIASCUNA SINGOLA PARTE PER POTERLO RIUTILIZZARE RAPIDAMENTE REIMBALLANDO LA BICI IN PARTENZA DALLA NORVEGIA.
- PRENDERE LA MISURA DEL SELLINO E ABBASSARLO COMPLETAMENTE - SERRARE NUOVAMENTE LE VITI;
- AVVOLGERE IL TUBO ORIZZONTALE CON POLIURETANO O PLURIBALL - CHIUDERE CON NASTRO DI CARTA;
- ALLENTARE L’ATTACCO MANUBRIO E RUOTARLO DI 90°, PARALLELO AL TELAIO - FISSARLO AL TUBO ORIZZONTALE CON LE FASCETTE - SERRARE NUOVAMENTE;
- AVVOLGERE IL FODERO ORIZZONTALE SINISTRO CON POLIURETANO O PLURIBALL - CHIUDERE CON NASTRO DI CARTA;
- SMONTARE I PEDALI - FISSARE LA PEDIVELLA SINISTRA AL FODERO ORIZZONTALE SINISTRO CON UNA FASCETTA - AVVOLGERE I PEDALI NEL POLIURETANO O PLURIBALL - AVVOLGERE LE PEDIVELLE CON POLIURETANO O PLURIBALL;
- SMONTARE LA CATENA COL QUICK-LINK E RIPORLA IN UN SACCHETTO;
- AVVOLGERE LA CORONA MAGGIORE CON IL TRATTO DI TUBO PER IRRIGAZIONE TAGLIATO LONGITUDINALMENTE - SERRARLO CON FASCETTE;
- EVENTUALMENTE (MA DA VERIFICARNE FATTIBILITA' TECNICA E OPPORTUNITA'): SMONTARE CAMBIO POSTERIORE DAL FORCELLINO PER EVITARE CHE SI DEFORMI SE URTATO - AVVOLGERLO CON POLIURETANO O PLURIBALL - FISSARLO CON NASTRO DI CARTA AL TELAIO ALL’INTERNO DEL TRIANGOLO DEI FODERI;
- AVVOLGERE TUTTI I TUBI E IL MANUBRIO CON POLIURETANO O PLURIBALL CHIUDENDO CON NASTRO DI CARTA;
- AVVOLGERE IL PORTAPACCHI ANTERIORE CON POLIURETANO O PLURIBALL - FISSARLO A CAVALLO DEL TUBO ORIZZONTALE CON NASTRO DI CARTA E/O FASCETTE;
- SGONFIARE LA RUOTA ANTERIORE E SMONTARLA - RIMUOVERE LO SGANCIO RAPIDO - FISSARLA LATERALMENTE AL TELAIO CON FASCETTE INTERPONENDO UN FOGLIO DI CARTONE - MONTARE UN MOZZO DI RECUPERO ALLA FORCELLA ANTERIORE USANDO LO SGANCIO RAPIDO;
- SGONFIARE LA RUOTA POSTERIORE E SMONTARLA - RIMUOVERE LO SGANCIO RAPIDO - FISSARLA LATERALMENTE AL TELAIO CON FASCETTE INTERPONENDO UN FOGLIO DI CARTONE - MONTARE UN MOZZO DI RECUPERO ALLA FORCELLA POSTERIORE USANDO LO SGANCIO RAPIDO;
- AVVOLGERE IL PORTAPACCHI POSTERIORE CON POLIURETANO O PLURIBALL - FISSARLO A CAVALLO DEL TUBO OBLIQUO, DA SOTTO, CON NASTRO DI CARTA E/O FASCETTE;
- AVVOLGERE TUTTA LA BICI NEL PLURIBALL E CHIUDERLA NELLA SACCA - EVENTUALMENTE AGGIUNGERE DUE ULTERIORI FOGLI DI CARTONE NELLE SACCHE PORTARUOTE LATERALI COME PROTEZIONE.
Da non dimenticare, infine, di chiudere dentro la borsa i ricambi per l'imballaggio segnati con (N) nell'elenco sopra, più eventuali stampe di foto con la posizione delle fascette, schemi, disegnini etc. che facilitino la stessa operazione alla partenza dalla Norvegia, però stavolta da compiere nell'atrio della Stazione Centrale di treni di Oslo anziché a casa propria......
Su vari blog apprendo che - a quanto pare per esperienze vissute da altri cicloviaggiatori - le compagnie aeree fanno pagare il bagaglio sportivo "a forfait", praticamente basandosi sul volume occupato ma NON sul peso. Pertanto sarà piuttosto facile infilare altro nella borsa portabici, tipo sacco a pelo/tenda etc.
L'idea che mi è venuta per le quattro borse è di metterle in un borsone di quelli economici sportivi/da viaggio (io ne ho trovato uno ciclopico, sufficientemente resistente e leggero da Carrefour a 7,90 euri), da avvolgere completamente in quella specie di Domopak col quale negli aeroporti (solo quelli italiani, a maggiore incidenza di furti, NdR) ti avvolgono le valigie.
Per ora non mi pare ci sia altro da aggiungere. Vedrò poi di misurarmi con l'operazione dal vivo, e vi saprò dire.
LA GESTIONE QUOTIDIANA DEL VIAGGIOPer ora non mi pare ci sia altro da aggiungere. Vedrò poi di misurarmi con l'operazione dal vivo, e vi saprò dire.
Un'idea del viaggio e delle sue tappe l'ho messa QUI. Contiene anche dei link (in blu) ai siti dei campeggi/ostelli da me individuati.
Premesso che ogni metro del viaggio sarà comunque aperto a varianti di ogni genere, imprevisti, etc., generalmente, dalle esperienze passate, non dovrebbe essere difficile gestire il quotidiano con un risveglio sul presto (ricordiamo le effemeridi della Parte 2...), colazione, igiene e smontaggio accampamento.
Una volta sulla strada tutto è affidato alla fantasia.
Non rimarrà che procacciarsi il cibo, e bearsi degli scenari circostanti.
Una possibile variante quotidiana magari sarà, in caso di pioggia all'arrivo a fine giornata, la scelta di una cabina (Hytter) anzichè campeggiare in tenda. Oppure, se non mi regge la pompa, procurarmi da mangiare e fermarmi nel mezzo di un bosco, ai bordi di un lago o di un fiordo, grazie al diritto di campeggio libero.
Per adesso queste sono le idee che mi frullano per la testa.
Ora non resta che metterle in pratica.
[Magari, però, seguirà un altro post con tutte le fonti che ho reperito sul web, e che mi hanno aiutato a pianificare la rotta].
Complimenti! consigli davvero utili!
RispondiElimina