mercoledì 20 marzo 2019

L'AMORE PER LA BICI

Ciò che contraddistingue il ciclismo dagli altri sport, a mio avviso, è la pervasiva intensità della passione con cui ti può capitare di praticarlo.

Ed è come amare una donna, quando trovi quella giusta.

Perchè, esattamente come l'amore per colei che senti di aver trovato tra altre mille, ti sprofonda dentro e ti sovverte l'animo.

Come una donna che senti di amare, ti chiama ad essere migliore, ti impone di essere all'altezza, ti misuri costantemente con le tue capacità e ti senti misurato, messo alla prova, sempre.

Magari all'inizio non è un colpo di fulmine, magari l'approccio è obliquo e indiretto, ma piano piano i tuoi sensi che si acuiscono ti rivelano un altro mondo, ti regalano sensazioni sconosciute, un pò come fissare la tua donna negli occhi, ricambiato, e perdersi in un bacio morbido e caldo.

Oltrepassi una soglia, e il corso delle tue endorfine, la cascata, il torrente di ormoni del benessere psicofisico ti condannano inesorabilmente a volerne ancora, di più, e di più ancora.

Quella soglia magari è differentemente collocata a seconda degli individui, della loro inclinazione e attitudine, del livello di competitività, e chissà cos'altro.

La mia l'ho oltrepassata quando mi sono accorto di volere solamente FATICARE, di ricercare il sudore, di volere arrivare al termine delle mie energie, una catarsi mediante cui rinascere, depurato.

Il mio approccio è arrivato da un ciclismo dapprima "di trasferimento", andando e tornando da lavoro, dopo un pò tramutatosi in cicloviaggio, il lento viaggiare con tutto il necessario caricato sulla bici.

Poi è arrivato il ciclismo su strada, una nuova bici, nuove sensazioni, nuove prestazioni. E nuovi giri, nuovi panorami, nuove compagnie che si sono aggiunte a quelle storiche.

L'inizio è stato cauto, prendendo come esempio i compagni di squadra del Cassinis Cycling Team e rubando loro segreti e trucchi. 

Non ho mai smesso di andare e tornare da lavoro in bici, col risultato che, usando la bici da strada, ho iniziato a impiegarci fino a un quarto d'ora in meno, prendendoci MOLTO gusto.

Sono arrivate anche le gare amatoriali, le Granfondo, e le loro messi di soddisfazioni per essere arrivato alla fine, io puntino colorato in mezzo ad altre centinaia di puntini colorati, immerso in scenari da favola (l'Italia osservata dalla bicicletta è una delle cose per cui vale la pena avere vissuto).

Questo percorso di crescita è stato come porre le basi per un fidanzamento, per una convivenza, per un matrimonio. Le tue intenzioni si fanno serie, ti poni degli obiettivi di peso, percorrenza, dislivello; inizi a fare sacrifici moderandoti ai pasti e alzandoti a orari inumani per uscire ad allenarti, con ogni stagione.

Inizi a respirare la bici, a mangiarla, a pensarla spesso, a pianificare sempre nuovi giri, per scoprire nuove salite per allenarti.

Come un'amore per una donna, anche la passione per la bici può lentamente divenire molesta, ossessiva.

Passi ore a pulirla, sgrassarla, lubrificarla, osservandone i graffietti e cercando di ricordarti se quello sul fodero posteriore destro l'avevi già visto la volta precedente oppure è fresco appena fatto, o se la bottarella sul tubo obliquo l'hai fatta caricando la bici in auto oppure appoggiandola con poca cura.

Quando non hai la possibilità di pedalare e disperderti  su un nastro di asfalto ti senti ingabbiato, irascibile, nervoso, aggressivo. La tua passione DEVE trovare una sublimazione altrimenti non stai bene. Arrivi a provare ansia da prestazione, al solo pensiero di pedalare; avverti un richiamo lontano, la muscolatura si contrae nel riflesso spontaneo di una pedalata. Seguire una competizione professionistica in televisione ti fa salire il fiatone, te ne stai seduto sul divano con le gambe che oscillano ritmicamente. E non ci puoi fare nulla.

E come ogni amore molesto, ti può fare male. Non ti rendi conto che, magari, prenderti qualche giorno di riposo tra allenamenti del weekend e il pendolarismo della settimana lavorativa potrebbe farti bene. Ma tu ormai sei fissato, e lo consideri un torto a te stesso, un cedimento, un'occasione sprecata, un delitto.

La tua donna, quella VERA che ti sta accanto, quella CHE TI AMA nel mondo reale, ti sta osservando già da un pò, e ha cercato di farti ragionare, ti ha fatto notare il crescente squilibrio, e ti ha messo in guardia. Tu però te ne stai nella tua bolla, e la sua saggezza non ti raggiunge.

Fino a quando non arriva il patatrac. Di punto in bianco il tuo corpo non risponde, ed il solo pensiero di salire in bici ti ripugna. Non hai più voglia, ti blocchi. Non capisci, ti spaventi, cerchi di aggrapparti alla tua motivazione, la ricerchi affannosamente nei recessi del tuo animo, vuoi capire perchè.

Più ti sforzi, e meno ne esci indenne. L'unica soluzione è destrutturare, retrocedere, disassemblare. Come due amanti in crisi, l'unica soluzione è prendersi una pausa.

Abbandoni per un pò la bici per andare a lavoro (ultimamente nubi scure di rabbia ti offuscavano la gioia dell'imminente primavera, stufo com'eri di stare sempre a culo stretto e sempre all'erta verso gli automobilisti, forieri di continue distrazioni alla guida, angherie e sgarbi). Allenti un pò l'attenzione col cibo (senza scofanarti l'inverosimile, diciamo ti rilassi con conto delle calorie). Ti distrai con altri interessi (ci provi, perlomeno).

Però il vuoto lo senti. Ti convinci che è solamente un periodo, poi tutto passa.

E in effetti, dopo un pò la pausa forzata e il maggior riposo sortiscono gli effetti sperati. Il tuo orientamento cambia, hai di nuovo voglia di saltare in sella e misurarti con la fatica e con il tuo limite. La sensazione di blocco non è più insuperabile, ti basta vincere quell'incertezza iniziale, il primo colpo di pedale, e sei come una farfalla che fuoriesce dalla crisalide.

Assapori nuovamente il fruscio delle ruote, la contrazione delle tue gambe, e anche se ti imponi di non forzare ricominci ad andare, a spingere, a ricercare la fatica. Il tuo benessere subentra nonappena oltrepassi i 152 bpm.

Ed è esattamente come ritrovarsi con la persona amata.

Ora sei diverso, un pò meno sognatore, forse, ma la passione è passione, e se gustata con giudizio DURA UNA VITA INTERA.


[PS: tutto vero, sperimentato personalmente negli ultimi tre mesi]

1 commento:

  1. OT vorrei organizzare una traversata della Sardegna in solitario lungo la costa ovest. ho visto il post del tuo viaggio. è possibile contattarti via mail per qualche consiglio? grazie :) lucafrigerio72@gmail.com

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