venerdì 3 ottobre 2014

PAURA PREVENTIVA

Quello che mi ha impressionato di più è stato il sangue per terra.

Non avrei mai immaginato ne potesse uscire così tanto.

Eppure i soccorsi e l'aiuto sono arrivati subito, dalla gente che si trovava a passare in quel momento. Ciascuno ha dato un aiuto, chi ha offerto i fazzoletti per tamponare la ferita al naso, alla faccia e alla fronte, chi ha chiamato l'ambulanza, chi ha rimesso in piedi la bici dopo la caduta, chi ha tranquillizzato il cagnolino che si trovava sul cestino.

Non mi accorgo subito della berlina BMW di proporzioni enormi ferma sulla scena con le quattro frecce accese. Tutto fa credere che sia di uno dei buoni samaritani accorsi a prestare soccorso.

Questa è la scena alla quale ho assistito sopraggiungendo per caso durante un giretto in un primo pomeriggio estivo. Un signore anziano in difficoltà dopo una caduta dalla bicicletta, circondato di gente, con la sirena dell'ambulanza in arrivo.

Ciò che mi ha letteralmente lasciato di sasso è stata la spegazione dell'accaduto. Una roba che tuttora stento a credere.

A chi gli domandava insistentemente se fosse stato investito dall'auto, il signore anziano - forse egli stesso incredulo di una tale dinamica - spiegava di non esser stato neppure sfiorato dalla vettura. L'auto, però, gli ha messo paura arrivando veloce da una svolta, e allora, temendo di poter essere investito nonostante si trovasse su un sacrosanto attraversamento ciclopedonale, ha frenato bruscamente perdendo il controllo della bici e rovinando a terra.

"Se ne sentono così tante, di gente tirata sotto sulle strisce... Io ho visto la macchina arrivare veloce, ho frenato....", è stato l'ultimo brandello di spiegazione sentito prima di allontanarmi.

Da allora mi rendo conto che essere "utenza debole" della strada significa anche questo.

Significa essere vittime anche della semplice paura, indotta su base quotidiana dallo stillicidio di morti e feriti causati dai conducenti degli autoveicoli.

Significa spingere l'istinto di sopravvivenza degli "utenti deboli" a ritroso sempre più a monte, condizionandone pesantemente le abitudini: se prendi paura usando la bici allora non la usi più, oppure la usi ma con molta meno serenità e vivendolo come un momento di tensione; se prendi paura attraversando le strisce a piedi, e allora cominci a non uscire proprio più di casa. E' la paura preventiva che spegne i piaceri della vita come, ad esempio, passeggiare in bicicletta col tuo cagnolino.

Onestamente dubito che quello sfortunato signore girerà mai più un pedale: nel suo sguardo smarrito ho scorto una paura da cui non ci si libera così facilmente, soprattutto a quell'età.

Quel tipo di paura strisciante, pervasiva e subdola i cui effetti sono simili a quelli causati nelle popolazioni civili dagli atti di terrorismo.





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