giovedì 3 ottobre 2013

L'ALLEGRA VITA DEL CICLISTA - Parte 4: Incomprensioni

Andar per strade è anche una questione di regole.

Regole non scritte, regole scritte, regole rispettate o meno, ma regole. Più o meno.

Se c'è una di queste regole che, dalle mie parti, viene mediamente rispettata è quella dello stop: io mi fermo, tu passi, e poi io riparto.

Ma come in tutte le umane cose, anche questa regola possiede dei limiti. E uno di questi limiti è l'ECCESSO DI CORTESIA, che per definizione non risponde ad alcuna legge intelligibile ed ha la nefasta caratteristica di non essere colto subito.

Immaginate quindi di trovarvi sulla via del rientro a casa, una comunissima strada, un'altrettanto comunissima rotonda, munita di linea d'arresto nella vostra direzione. Pomeriggio d'estate, praticamente nessuno per strada. Siccome siete diligenti (non per primeggiare ed essere ricordati ai posteri, ma per pura sopravvivenza) nonostante la canicola soffocante vi fermate alla linea d'arresto che delimita la rotonda, guardinghi. Un'auto ha infatti impegnato la rotonda e vi predisponete ad attenderne il passaggio prima di ripartire.
Immaginate adesso quell'auto, una sola, unica auto, che SI FERMA NEL BEL MEZZO DELLA ROTATORIA, in modo marcato e repentino, senza motivo apparente.

E vi ritrovate proiettati in una rappresentazione teatrale giapponese.

Voi siete lì, immobili, ad attendere. Anche quell'altro sta lì, fermo, chissà perchè. Perplessità.

Voi non avete intenzione di ripartire (non vi fidate, siete coscienti che le rotonde sono state progettate e introdotte con l'esplicito intento di sfoltire il numero di ciclisti in giro). Ma anche quell'altro non accenna a ripartire.

La canicola sale. Cicale in lontananza. Una mosca si posa sugli occhiali. Lo scorrere del tempo si squaglia, e assume i contorni di un quadro di Salvador Dalì.

Cercate di incrociare lo sguardo del guidatore ma il riflesso corrusco sul parabrezza ve lo impedisce.

Mentre state passando mentalmente in rassegna ogni possibile ragione di una simile sosta (malore, telefonata, mietitura del grano, estasi religiosa), un impercettibile gesto di una mano fa capolino da sopra il cruscotto, ponendo termine alla scena kubrikiana, e invitandovi a passare per primi.

AH, ECCO!!! Ci arrivate con quel paio d'ore di ritardo. Fate "plaf" col palmo della mano sulla fronte gocciolante. Adesso sì!! Si tratta di UN GESTO DI CORTESIA!!

Voi che fareste i salti di gioia per un mese intero se solo vi fosse dato di assistere al rispetto di UNA REGOLA STRADALE CHE FOSSE UNA. Voi che comprereste una pagina di quotidiano per ringraziare, se solo una volta tanto foste trattati da comuni utenti della strada e non, di volta in volta, come personaggi fluorescenti, bizzarri, eccentrici e snob, oppure pericolosi comunisti, o sediziosi rompicoglioni, o come semplici seccature ambulanti che impediscono il sacrosanto fluire delle automobili, un disdicevole imprevisto.

A voi, oggi, tocca subire un GESTO DI CORTESIA.

Uno di quei gesti di cortesia inconsulta, irragionevole e del tutto fuori luogo che normalmente creerebbe un tamponamento a catena, se non di peggio.

Uno di quei gesti di cortesia, per l'appunto, del tutto incomprensibili, e pertanto pericolosi, perchè tendono a passare sopra una regola generale, lasciando il sentore di un improvvido e maldestro tentativo di rimediare a un senso di colpa automobilistico.

Se ci si limitasse a rispettare le regole, il comune buon senso e la convivenza civile, allora sì che filerebbe tutto liscio. E non avremmo bisogno di ECCEDERE con episodi di cortesia.

Ne basterebbe di meno, ma da parte di tutti.

PS: alla fine sono passato io, ringraziando, ma poi scuotendo la testa, incredulo.

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