domenica 8 febbraio 2015

HOMO HOMINI LUPUS

Forse non avrei dovuto.

Probabilmente sono stato eccessivamente rude, a urlare così, passando in bicicletta e filando via senza neppure rallentare.

Sulla ciclabile di San Donato, così, alle prime luci del giorno, un pedone di nero vestito che vaga incerto mentre tenta di riesumare le spoglie del suo smartphone, a capo chino e cuffiette. Incedo spedito verso il posto di lavoro, cercando di indovinarne la traiettoria ed evitare un impatto, ma la traiettoria è assai ondivaga e mi preoccupo con venti metri di anticipo. Quando sono a tiro di voce prorompo con un "Ma questa è una ciclabile, ca22o!!!".

Avverto appena le scuse del pedone, spaventatosi a sua volta, e mi sento una merda a pedali.

Sarà stata l'adrenalina accumulata solo quindici minuti prima, quando un SUV in vena di pieghe mi ha fatto allegramente un gancio a destra a un metro scarso e, in rapida sequenza, un autoarticolato ha deciso di uscire da una strada laterale a dieci metri dal mio arrivo, e quasi finivo sotto il pianale.

Ma questo, riflettevo poi, non mi autorizza a inscenare un episodio di "road rage" in scala ridotta verso il primo che mi capita a tiro. E non me ne frega un tubo se può sembrare del moralismo da accatto.

Se voglio che le cose cambino, devo cominciare da me stesso.

Altrimenti non mi rimangono argomenti per rompere gli zebedej al prossimo.









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