venerdì 27 febbraio 2015

MEGLIO MALE ACCOMPAGNATI CHE SOLI.

Bene, bravi, bis.

Sono contento che negli ultimi tempi si vedano più ciclisti di un tempo.

Volendo fare paragoni, solamente due anni fa se ne vedevano di meno.

Ne vedo la mattina, col buio, di giorno, sui marciapiedi, e non mi sento più solo.

E' tutto un pedalare con solerzia, tranquillamente, diluendo la presenza delle scatole puzzolenti per strada. Intabarrati o meno, con le scarpe coi tacchi o le sneakers, la presenza dei ciclisti alleggerisce l'atmosfera greve della mobilità a ciclo Otto.

Ciò getta nuova luce sul futuro delle zone dove vivo, nella speranza di poter un giorno raggiungere i livelli di vivibilità che all'estero sono all'ordine del giorno.

C'è un "però", grosso come un casa.

La maggior parte dei miei co-frequentatori sulle due ruote sono invisibili se c'è buio.
Non li si vede, scompaiono, per riapparire all'improvviso nel cono di luce delle auto, o nel chiarore fioco di un lampione. Per il resto, buio pesto. Provi a seguirne la sagoma nell'oscurità, la intuisci, sai che il ciclista è lì, ma NON SI VEDE.
Non un catarifrangente, una luce, per quanto piccola, nulla. Uomini, donne, ragazzi, indistamente. Qualcuno azzarda un giubbottino, ma il risultato è insufficiente.
E se non riesco a vederli io, che sto pedalando tranquillamente, figurati lo squinternato di turno al comando del suo brillantissimo SUV da due tonnellate e mezzo con visibilità da autoblindo corazzato (cioè quasi nulla).

Ora, si, va bene, andare in bici è positivo eccetera.

MA PERCHE' CACCHIO RISCHIARE LA VITA PIU' DI QUANTO GIA' NON FACCIAMO?

Perchè dare tutti questi pretesti agli autosauri, che già ci odiano a morte per il semplice fatto che non stiamo a marcire in coda come fanno loro?

Perchè alimentare l'imperante fantasia malata popolata da ciclisti mannari, aggressivi, strafottenti, cattivi dentro, puzzolenti e amanti del disordine? Noi non lo siamo comunque, e queste sono fantasie scaturite dall'invidia, ma il buio è OGGETTIVAMENTE buio, e un automobilista idiota lo è altrettanto OGGETTIVAMENTE. Poi fioccano pannelli luminosi deliranti, tipo "Se usi la bici di notte accendi le luci", posizionati in punti della città dove le bici sono vietate (c'è se non sbaglio un vialone da qualche parte a nord di Milano che sfoggia cotanta premura, ai confini della paranoia).

Andare in bici genera così tante endorfine che, talvolta, ti senti a dieci metri da terra. Purtroppo però siamo a livello paraurti, cofano e parabrezza, e dobbiamo tenerne conto: la conquista del nostro territorio stradale passa soprattutto dal FARCI VEDERE, quando siamo là fuori.

Al di là della - peraltro meritoria - attività di associazioni locali e nazionali in tema di diffusione della bicicletta, è l'esempio quotidiano a fornire una percezione concreta della nostra presenza in strada, soprattutto in un momento storico dominato dal principio "Se non si vede, non esiste".

Illuminatevi. Portate fuori quella luce che avete dentro.






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